Comune di Villa Cortese

Sito istituzionale del Comune di Villa Cortese

Antichità e Medioevo

Sarcofago romano, l'incisione si legge «Agli Dei Mani di Valerio Secondo Petronio»Villa Cortese è posta nell'Alta Pianura Padana. Il territorio comunale confina con Legnano, San Giorgio su Legnano, Busto Garolfo, Dairago e Busto Arsizio. Il suo nome ha una probabile derivazione da Vicus/villa per il primo insediamento sviluppatosi con l'aggiunta di altri insediamenti facendone Corte/Curtis e definendone così il toponimo, che nel corso dei secoli fu scritto Vilcortex , Vilacortexia ed infine Villa Cortese. Germoglio su tronco tagliato ad indicare la rinascita a Comune autonomo(1866-1966)Il ritrovamento di un sarcofago romano databile al I^ secolo d.c. testimonia un insediamento sul territorio fin dall'epoca romana; il sarcofago si trova ora nel Museo Civico Sutermeister di Legnano. Il primo documento nel quale è citato Villa Cortese è un atto del 1261 con cui il Prevosto ed i Canonici del Convento di San Giorgio (che si trovava dove ora sorge il Castello) certificano i beni che detengono tra il fiume Olona, Villa Cortese e la strada "Dairasca" che congiungeva Legnano con Dairago. Sempre nel tredicesimo secolo, Goffredo da Bussero nel "Liber Notitiae Sanctorum Mediolani" elenca un altare dedicato a San Vittore Martire in loco Villa Cortese. Una pergamena del 1312 ci porta a conoscenza della Famiglia Scazzosi, possidente del luogo e con altre proprietà nelle zone limitrofe. Ritroviamo un Ambrogio Scazzosi nell'elenco dei Mercanti di Lana sottile con marchio e matricola, datata 9 novembre 1403, abitante a Villa Cortese Pieve di Olgiate Olona Ducato di Milano.

Il Cinquecento

La Chiesa Parrocchiale intitolata a San Vittore MartireDa un elenco censuario della metà del millecinquecento apprendiamo che nel Comune di Villa Cortese vi sono 28 fuochi (famiglie) con i nomi del capofamiglia e le loro competenze: 1 Console, 1 fattore, 13 massari, 10 braccianti, 2 tessitori di tela, 1 sarto ed un Rettore, Prete Domenico Sarugeri, che diverrà primo Parroco quando nel 1564 San Carlo Borromeo erigerà in Parrocchia la Chiesa di San Vittore Martire. La grande epidemia di peste del 1630, famosa per la descrizione che ne fece il Manzoni nel suo grande romanzo "I promessi sposi", causa a Villa Cortese 250 vittime su una popolazione di soli 400 abitanti. Contagiato nell'assistenza ai suoi parrocchiani, moriva anche il Parroco Giò Antonio Mandelli ed il Medico Giovanni Battista Visconti... "homo intelligentissimo, se ben giovane di anni 33 di sua età, maturo però di giudicio ....".

Il Seicento

Il 9 giugno 1652 gli uomini di Villa Cortese giurano fedeltà al nuovo feudatario Giovanni Battista Lossetti. Precedentemente il feudo era degli Arconati e successivamente passò ai Rescalli. Al feudatario compete l'amministrazione della giustizia e quella fiscale col diritto di nomina dei pretori e notai. Con il feudo si concedeva un titolo nobiliare. Nel 1662 al Lossetti fu data l'investitura di Marchese di Inveruno e Villa Cortese. La feudalità viene abolita nel 1798.

Il Settecento

Piazza Carroccio, sullo sfondo la Sede MunicipaleNel 1722 col censimento geometrico e descrittivo del territorio apprendiamo l'entità di case, corti, coltivi e boschi. La Contrada Maggiore (attuale Via Franco Tosi) era l'anima del paese con a meridione la Piazza Grande (ora Piazza della Vittoria) e la Chiesa Parrocchiale (ora trasformata) ed all'altro suo estremo l'Oratorio di San Fermo con l'omonima piazzetta. Ai lati, le corti e le case che sviluppavano già sulle vie per Dairago e Busto Garolfo. La Chiesa del Lazzaretto completava gli edifici sacri, consacrata nel 1720 e dedicata alla Madonna del Rosario, era sorta a fianco della fossa comune dove furono sepolti gli appestati. Nel 1798 venne costruito il nuovo camposanto nel vecchio Lazzaretto, con ampliamenti successivi si giunse, nel 1960, all'abbattimento della Chiesa per far posto al nuovo ingresso dell'attuale camposanto. Le case di abitazione erano 37 con 403 abitanti, persone tutte dedite all'agricoltura ed all'artigianato, a loro essenziale. Del territorio lavorativo se ne seminava circa mille pertiche, frammischiatamente a segale, lino e, tra i moroni, i vigneti.

L'Ottocento

Il Municipio da Via G. FerrarisNel 1857, più di un secolo dopo, verrà fatto il nuovo censo. In una nota dei registri, vi si legge: "tutti i fabbricati in questo Comune sono costruiti di muro in cotto e calce e coperti di tegole". La popolazione è quasi raddoppiata; le scuole, il municipio ed il corpo di guardia hanno sede nella Casa n. 11 in Contrada Maggiore. Scompare la brughiera, lasciando nuovo spazio al coltivo, i gelsi, importanti per la bachicoltura sono 2003 (erano 1750 nel vecchio censo). Con le nuove leggi del Regno d'Italia, i Comuni con una popolazione inferiore ai millecinquecento abitanti devono essere aggregati ad altri maggiori. Pertanto, il Consiglio Provinciale di Milano, nell'adunanza del 13 settembre 1866, decise che Villa Cortese fosse unita a Busto Garolfo divenendone frazione. La Sala Civica "Dante Galeazzi"Eugenio Tosi dott. in Legge (1815 - 1896), persona stimata, per primo creò il lavoro di fabbrica a Villa Cortese con la costruzione dell'opificio America, edificio a tre piani dove trovano posto centocinquanta telai tradizionali in legno. Il figlio Franco (1850 - 1898) diverrà famoso per lo sviluppo della grande Officina Legnanese "Franco Tosi" con la fabbricazione di macchine per la produzione di energia a vapore ed elettrica. Dopo la sua morte gli verrà intitolata la Contrada Maggiore dove era la casa di famiglia. Nel 1884 muore Benedetto Speroni (1814 - 1884), ultimo Sindaco in carica prima dell'avvenuta trasformazione in frazione, possidente ed abitante in Villa Cortese, il quale lascia tutti i suoi beni per l'istituzione di un asilo infantile che vedrà la realizzazione nel 1890.

Il Novecento

La Scuola Media "Giovanni XXIII"Il 14 aprile 1910 il Card. Ferrari poneva la prima pietra per la costruzione di una nuova chiesa parrocchiale, divenuta un'urgente necessità per l'aumentata popolazione. L'imponente opera progettata dall'Ingegnere Malinverni per una capienza di tremilacinquecento persone, sorge su un terreno donato dai coniugi Francesco Ferrazzi e Luigia Cova. Col sopraggiungere della Prima Guerra Mondiale (1915 - 1918) i lavori subiscono un notevole rallentamento. Il 21 ottobre 1922 avveniva la tanto attesa consacrazione con l'intervento del Vescovo Monsignor Eugenio Tosi, succeduto al Cardinal Ferrari. Nel 1919 nasce la Tessitura Meccanica Giovanni Crespi; nel 1900 aveva preso l'avvio la tessitura a vapore Fabio Vignati. Ad oggi solo la tessitura Crespi è tutt'ora operante con i più moderni impianti del settore. Il 20 ottobre 1924 l'Associazione Combattenti e Reduci di Villa Cortese inaugura nella Piazza Vittorio Veneto un monumento ai suoi caduti, 33 nella Prima grande Guerra (1915 - 1918), altri 32 caduti durante la Seconda Guerra Mondiale (1940 - 1945). Il Comm. Francesco Ferrazzi si spegne il 5 ottobre 1933 all'età di 84 anni. Tenace ed illuminato agricoltore aveva creato una vasta proprietà fondiaria. Per sua volontà testamentaria fu fondata la Scuola di Agricoltura Ferrazzi - Cova a cui destinò tutto il suo ingente patrimonio. Con Regio Decreto 3 giugno 1938 - XVI n. 1139 la Scuola viene eretta in Ente Morale. Nell'ottobre del 1935 iniziava il corso biennale di agricoltura. L' 8 ottobre 1953 si trasforma in "Scuola di Avviamento Professionale a tipo Agraria" con corsi triennali con legalizzazione da parte del Ministero della Pubblica Istruzione, divenendo sede legale di esami di Licenza di Avviamento. Nel 1980 prende sede presso la Scuola Ferrazzi - Cova una sezione staccata dell'Istituto Tecnico "C. Dell'Acqua", sperimentale ad indirizzo agrario, usufruendo delle strutture dell'Azienda Agricola, con i suoi campi sperimentali, il reparto zootecnico, la serra, il frutteto ed il vigneto specializzato per le sperimentazione didattiche. Dal 1 settembre 1988, da sezione staccata sperimentale ad indirizzo agrario, la Scuola divenne a tutti gli effetti "Istituto Tecnico Agrario Statale - Gregorio Mendel" a gestione statale autonoma.

La Scuola di Agricoltura "Ferrazzi-Cova" (Alla sinistra l'ala antica)